e devastante è pensare
la fanciulla che miete sangue e poi
danza sui petali sparsi sul cuore
strappato al figlio venturo, muto
per sempre
lei giostra il destino e scrive
su pagine bianche miserie taciute,
lei che aveva un fiore l’ha spremuto
e ora mendica vita da lingue decrepite
trema una mano sul seno inaridito
proprio là dove sperai boati di rose
rosse sulla lingua, rosse come i sessi
snudati e dagli amplessi stremati
nella bocca cercammo ponti sospesi
che quelle lingue di odio ci rasero al suolo.
Tutto bene, Danilo? Immagino di sì, o forse : forse. Ma il tuo nero è il mio arcobaleno, la diversità ci rende amici. Amo nel tuo lontano il mio simile. Me stesso ci vedo.Ciao, Peter
Tutto bene, caro Peter, tutto come deve andare e va, anche se non volessimo. Quanto a me, “sono vasto, contengo moltitudini”. E ancora, canto col Bardo d’America:
“Ahimè! Ahi vita! di queste domande che ricorrono,
degli infiniti cortei di senza fede, di città piene
di sciocchi,
di me stesso che sempre mi rimprovero (perché chi più
sciocco di me, e chi più senza fede?)
di occhi che invano bramano la luce, di meschini scopi,
della battaglia sempre rinnovata,
dei poveri risultati di tutto, della folla che vedo sordida
camminare a fatica attorno a me,
dei vuoti ed inutili anni degli altri, io con gli altri legato
in tanti nodi,
la domanda, ahimè, la domanda così triste che ricorre –
Che cosa c’è di buono in tutto questo, ahimè, ahi vita?
Risposta
Che tu sei qui – che esiste la vita e l’individuo,
che il potente spettacolo continua, e tu puoi contribuirvi
con un tuo verso.”
Saluti,
DB