sotto macerie d’acciaio, sepolte
due mani, due nomi
mani mozze, ciascuna col suo divorzio
da due corpi, due storie, legna arsa
mani unite nell’estrema voglia
di dirsi coppia, d’amici, d’amanti,
colleghi; due perfetti sconosciuti, non conta.
Due mani sorelle di paura,
dolore, sorelle nella fine
a farsi forza, a farla breve.
Segno d’umano, nonostante
segno che unirsi è nell’umano
segno che non basta la tua mano, né la mia.
Mani, macerie – Versione audio:
Poeta, in questi giorni carichi di dolore, di rabbia, d’impotenza, di lacrime cocenti, tu hai regalato una speranza, come solo i poeti sanno fare. Stringere la mano di chi ami, di un amico, anche di uno sconosciuto, ti dona un momento di forza e di serenità. Queste due mani mozze, rese così dalla furia cieca della violenza, hanno saputo ritrovarsi, sapranno riunirsi al proprio corpo, sapranno riformare una coppia d’amanti o di perfetti sconosciuti, non importa. La vita vincerà, comunque.
Grazie Danilo per le tue splendide parole ed il bellissimo video, grazie di cuore.
Annamaria
Bellissima… commovente. Non importa che mani siano, unite, conosciute o meno… hanno lo stesso destino e in quello si uniscono… bravissimo Danilo ?
Ecco perché strategicamente gli arabi fallirono.
Ariel Paggi
Caro Danilo
Per come lo percepisco io, il tuo accorato e doloroso canto funebre, è il racconto di una fra le tante storie che fanno parte della storia. Alcuni dicono che alla fine della storia la storia è finita, ma il congiungimento di quelle due mani rompe la logica dell’asserto filosofico ora esposto; è come se il concetto della necessità venga superato da quello della libertà, dell’amore.
Molto bella e carica di dolore, due mani che inserite nel corpo possono parlare anche ai sordi e che al di fuori di esso non possono più niente!
Ciao Danilo!