Non resta che, attraversando la notte, ingaggiare all’alba la lotta con l’angelo imprevisto…
Io vivo, o almeno ci provo,
coordinando i dadi alle stelle,
queste pensate a sorte, una a testa,
per ogni passante sulla terra.
C’è da chiedersi
quanto cielo mi tocchi in sorte
frammisto alla terra umida
che opprimerà le mie ossa, un giorno
quando il dado sarà tratto.
C’è da chiedersi?
Il forse e il certo – Versione audio:
Caro Danilo
La tua voce
Calda
Rabbrividisco
Forse
Mi cogli
Come…
Certo
SONO
Un passante sulla terra
Terra umida
Imprevista
Foglie scivolose
Radici esplose
Rocce nascoste
Lance ?!
Forse… dimenticate!
LA LUTTE !?
Sempre certa
Dalla notte
All’alba
VOGLIO
VIVERE
Io
TERRA
CIELO
STELLE
Solo
Un passante
Avec l’ Ange
Caro Danilo
Bello questo poetare! “mi chiedo”… Il pensiero della poesia è arte, non si può pensarlo prima perché se è arte, detto pensiero si fa facendosi. Ognuno di noi porta la propria responsabilità destinale. La libertà sta nel modo in cui si porta, in cui si accetta, in cui la si compie accettandola, la nostra responsabilità. Sisifo in fondo è felice. Quella che cerchi è “la possibilità impossibile”e che puoi chiedere soltanto attraverso l’arte. “C’è da chiedersi?”. Sì. Saluti,
Giancarlo