La divergenza tra noi è sul dove
e sul quando e sul come scalare
la vetta oltre l’infermità di cuore
che sempre affligge gli svernati
dai molteplici cammini ipotizzati
al mattino presto, quando saluti
l’ultima stella e l’ultimo amante
sfregiato nell’anima e nel dente
cariato da un linciaggio dei sensi
ammassati come ossa, ammucchiati
e con le lenzuola sporche gettati
come miche di pane ora sfornato
caldi mozziconi di sigari fumanti
raccolgo sulla strada resti di noi
prima dell’avvento di ricordi rapaci.
Sempre insellati di nero i tuoi fianchi,
ma non so se del buio o dell’ombra
perché sai che non è la stessa ora
che il sole offre giorno dopo giorno.
Così, tu che fosti per me meridiana
ti assottigli sotto la macina del tempo
ed è per questo che sono uno in cerca
di mulini a vento, e di uno scudiero
da riempire di parole, da riempirmi
fino a scoppiare di senno, bacarmi
di una qualche malaticcia, nera utopia
tanto anarchica è la vostra signoria
che il servo è padrone di una clessidra.
Forse la sabbia è solo polvere più dura?
So solo che qui è un gran pantano e poi
che in mezzo al fango non ho una lancia.
Don Chisciotte e la sua donna scarlatta – Versione audio:
… “sono uno in cerca
di mulini a vento, e di uno scudiero
da riempire di parole, da riempirmi
fino a scoppiare di senno, bacarmi
di una qualche malaticcia, nera utopia
tanto anarchica è la vostra signoria
che il servo è padrone di una clessidra”.
Belli questi versi che esprimono il disagio esistenziale del poeta che non si arrende alle angherie della storia e della sua “donna scarlatta”. Combatte strenuamente, resiste pur se disarmato e consapevole della fragilità del suo sogno: ” So solo che qui è un gran pantano e poi che in mezzo al fango non ho una lancia”. Tutti siamo un pò dei “Don Chisciotte” alle prese con la dura realtà.
Complimenti, Danilo!
Ancora prima del tempo fu già compiuto l’atto, prima che la sua fuga fosse risultata anteriore al gesto. L’atto è l’oblio mai dimenticato. Sotto le macerie la rievocazione di un passato sempre prossimo. L’attesa rievoca la parola che pur cambiata dal linguaggio è la stessa: il gesto!
Ti ritrovo tra i frammenti della mia vita e la tua vicinanza è sempre lontananza più lontana. Attendo l’attesa della nota ascoltata, del volto già amato, del perdono mai donato o soltanto pensato.
L’oblio del non ancora detto, il richiamo dell’attesa.
I molteplici cammini ipotizzati e quelli realmente intrapresi portano su una doppia strada, su innumerevoli passi, verso una vetta che ognuno cercherà di raggiungere a suo modo e per la sua “giusta causa” in un tempo dilatato e reso lento solo da una sabbia più dura. Ma anche se disarmati e in mezzo ad un pantano, come Don chisciotte, continuiamo a percorrere “una” strada…È forse solo uno dei tanti significati sottesi alla poesia, immagino.
Versi graffianti, come la voce di Tom Waits.
Complimenti!
“La poesia è dono fatto agli attenti”.
Grazie per il dono.
di bellezza non comune…
“… Così, tu che fosti per me meridiana
ti assottigli sotto la macina del tempo
ed è per questo che sono uno in cerca
di mulini a vento…”
Grazie
Il dove, il quando e il come creano il “limite” di quel tempo in cui viviamo… costretti… con la sola idea di essere liberi!
Ma neanche questa idea ci permette di esserlo nella più intrinseca accezione.
Il dolore di non provare ancora e ancora il sapore dell’abbandono totalizzante all’Amore lo elaboriamo solo con i ricordi… che fanno sempre più male!
Prof… i Tuoi versi incantano il cuore e colmano l’anima della Tua presenza.
Grazie Danilo.
Sai dar voce, Poeta, alla disperazione della solitudine, all’amaro che i sensi soddisfatti a metà, quasi solo per un mero, usuale esercizio, sanno infliggerti quando, come dici, i ricordi diventano rapaci.
Forse, solo la fantastica non-libreria di Don Chisciotte e la Mathilda di Waits ci possono salvare. La sabbia della clessidra del tempo inesorabile sarà più dura, più lenta a scorrere, ci donerà una speranza e nel gran pantano della vita ci sarà trovare la lancia di salvezza.
Magnifiche parole Danilo, magnifiche intuizioni.
Ti abbraccio forte.
Annamaria
Mi tramortisce Breschi Poeta.
Sono come un fanciullo timoroso, balbettante e tuttavia avido di succhiare sensazioni percepite confusamente, che frugano senza barriere nella più nascosta intimità.
“Ricordi rapaci” ha già segnalato una Sensibilita’ superiore.
Mi unisco, devotamente.