la mia sorte ha un che di vero
se tu calpesti la notte in cui risiedo
assiso sulla roccia come un nano
in attesa del suo gigante buono
la cerca del due che si fa uno
termina qui, nella mano che mi stringi
sulle guance una crepa salata
e tu che v’imprimi il sigillo del male
un bacio come di Giuda al fratello destinato.
Il destinato – Versione audio:
Certo, la vita è un dramma, anche se ci illudiamo di anestetizzarla; e l’unica speranza che può darle un senso è quella cristiana; ma se Cristo non fosse veramente risorto, vana sarebbe la nostra fede.
Caro Danilo,
é vero, ogni uomo è tormentato dal male e attraverso di esso deve passare per giungere al bene, alla “resurrectio”. Ciascuno espia il “male del mondo” perché ciascuno ne fa parte. Complimenti per la bella intuizione poetica. Giancarlo
LaRo ha ragione: ci siamo tutti nello stesso dramma. Dentro quello di Giuda Iscariote, ancor più che dentro quello di Gesù di Nazareth. Mi domando pertanto come risulterebbe questa poesia invertendo l’uso della prima e della seconda persona, cioè: riscrivendola come parole del traditore al tradito, anziché viceversa (ammesso che di ciò si tratti e che io l’abbia capita). La poesia è molto bella, davvero. Ma forse suona un po’ – come dire? – “moralistica”: è la vittima che dice al carnefice “guarda che cosa mi fai”, con ciò stesso proponendosi come suo Superego. Ritengo che sarebbe ancora più bella e dolente e umana, e in un certo qual senso più “cristiana”, rovesciando le parti: “oddio, che cosa ti ho fatto”. E così mi piace leggerla: “sulle guance una crepa salata / e io che v’imprimo il sigillo del male”. Alla Baudelaire!
Caro Danilo,
il significato della Passione Morte e Resurrezione di Gesù Cristo viene proiettato come un’ombra su tanti muri di colore diverso: quello della filantropia, quello del perdono e della pace, quello della fratellanza … ma, come nella caverna platonica, la vera luce sta fuori, e trascende infinitamente tutti questi significati. Qui non è il filosofo che può capire, ma chi sa farsi così umile da lasciarsi sopraffare da una Verità che si può attingere solo se è essa a donarsi; eppure comprensibile, perché consentanea alla ragione. Ma chi non la raggiunge rimane uomo incompiuto. Il cristianesimo è l’unica religione in cui Dio risponde all’uomo, ogni giorno, nella Messa, in cui Passione Morte e Resurrezione si rinnovano, e il sacrificio viene partecipato perché ognuno possa partecipare della divinità attraverso il Figlio.
HO SCRITTO UN COMMENTO. Sparito improvvisamente per uno di quei sortilegi che mi fanno odiare, talvolta, il Web ed i suoi contorti meccanismi.
Ma forse, viene da pensare, era scritto. I miei dubbi sono stati travolti dalla Potenza Suprema. Un segno ?
non mi sono mai sentita di condannare Giuda. Un uomo che ha sbagliato ma che non ha saputo rimediare al suo errore. E’ stato lasciato solo anche dagli altri apostoli. Non è facile come per tanti ritirarsi su. Provo vera compassione, perchè il destino di Gesù era segnato e lui è stato solo il tramite. Quante volte sbagliamo noi e possiamo risorgere?
Buona Pasqua, caro Danilo.
In pochi versi hai condensato, efficacemente, quanto ci viene raccontato da sempre ed in modo prolisso. Colpisce al cuore e non solo dal punto di vista religioso. Il pensiero corre verso quell’Uomo giusto e scomodo che come molti, proprio per questo, sono stati traditi e messi a morte. Grazie
… ricercare il due che si fa uno, la ricerca di qualcosa di assoluto, la fede, l’amore, l’amicizia.
Molto intensa.
Ricambio gli auguri Buona Pasqua di cuore.
siamo tutti nello stesso dramma…
Un abbraccio Danilo! Buona Pasqua!