Come la costruzione
di un bambino che gioca sul serio,
lei aveva segmenti impensabili
di una forma che non le conoscevo
non potevo, d’altronde
intuire la macchinazione
ordita contro i miei fianchi,
per lo sfacelo delle mie tempie
la tua carne non è peccato
se non agli occhi della violenza
che spesso ha lingua biforcuta
e panneggi da gran signore
l’intrusione dei tuoi occhi
fra la bolgia dei mercati
è la sovversione alata
nella palude delle occhiate oblique
tu spicca il volo e abbatti le mura
di queste mie tempie lacere
così che possa infeudarmi nel tuo regno,
e scoprirmi innocente
nella nera, nella bianca terra.
Nella nera, nella bianca terra – Versione audio:
Ciao Danilo. Leggere i tuoi versi, nati dal tuo meraviglioso talento, è sempre un piacere grande.
Qui, poeta, intuisci che l’unico riscatto da un mondo imputridito è l’amore per un’anima diversa che si riscatta dal pattume e con te si eleva a mete sognate e realizzabili. Grazie Poeta per averci donato speranza.
Buona estate che mi auguro piena dei tuoi pensieri che generano parole tanto belle.
Un abbraccio.
Annamaria
Bella l’immagine dell’intrusione degli occhi che ribalta il reale ed abbatte i muri della mente e conduce al di là di ogni limite.
Uno sguardo che libera.
Buone vacanze
Caro Danilo,
scrivo dalla città di Verlaine, Rimbaud e compagnia. I tuoi versi non stonano.
Cari saluti,
Fabio
Stile riconoscibile, mai banale. Deciso, forte, sensibile; originale.
Come sempre amo i tuoi abbinamenti, anzi, abbinamenti è riduttivo, amo il tuo fondere.
Decisamente in sintonia con i giorni di “Lucifero”. I pensieri precedenti racchiudono ognuno una parte del mio. Incapace di esprimermi ma affascinata dalle tue parole, mi scuso e mi limito a ringraziarti di tutto cuore.
Sì, Danilo, è il più carnale, sensuale, sconvolgente invito ad abbandonarci allo sfinimento dell’Estate. Succhiandone senza freni, in estatico furore, tutti i nettari, nessuno escluso, senza ritegno, esitazioni, pavidità, protesi unicamente, follemente, all’appagamento totale.
Veramente particolare questa lirica, un gioco di opposti ricercati e non facili, di una criticità che si cala nel reale in maniera sapiente, di alto livello.
E’ un piacere leggerti.
Un caro saluto,
Adua
ritrovo lo stile tuo tipico, intriso del nero e del.. bianco del vivere. Innervata in giorni di un’estate difficile, ma gioiosa; critica, ma felice; fredda ma sincera, questa tua nuova lirica si impone all’attenzione della mia mente, del mio cuore, del mio stomaco, con una forza (semantica e sonora) notevole, invincibile. E la leggo, la condivido, ne gioisco. Perché mai come di questi tempi infami è minacciata la forza creativa degli individui. Tuttavia quelli come noi, che creano, e pensano sono i più scomodi, e occorre vigilare, lottare, morire, anche. Per richiamare le parole del partigiano Bob nel primo dei 18 racconti di Fenoglio (“nella valle di San Benedetto”), noi siamo quelli che creano, ma se non pensano, sono a rischio di soccombere.
Toni Zimmer