Nell’inseguimento a morte tra lui e me
sei la preda posta a margine del sogno,
chi mena le danze chi porta il cappio
è sempre lo spirito dai mille rimorsi.
Tremare i polsi è il segno che cresci
e cresce con te il piombo sugli occhi,
mia dolce fanciulla che tagli le teste
al passaggio dell’uomo tra notti mute.
Una mano è preghiera, una è mannaia
sul collo bianco che annunciò la resa,
milizie slavate ruotavano le dita puntate
sulla macchia sprecata, sull’atto negato.
Negazione, atto I – Versione audio:
[da Congiunzione carnale, astrale, relativa, Firenze, Libreria Chiari, 2004, p. 17]
C’è potenza micidiale nell’impasto sonoro di lei che mischia zolfo col mio sangue
Marziale e stregonesca voce
taglia la giugulare dell’anima
Ancora una conferma, se mai ce ne fosse bisogno, della singolare personalità binaria di Danilo Breschi. Lucido, sottile, distaccato storico, poeta sanguigno, veemente, capace di suscitare emozioni potenti, coinvolgendo il lettore in una carnalità viscerale profonda.