precaria questa notte

Max Klinger, Finis (1884)

su, nella fredda arsura
che c’è sempre quando dici
no, non è niente,
mi vedo conficcato
mattone con mattone
impastato d’angoscia e cemento
e temo più il cemento

ogni goccia caduta dai nostri incontri
è vernice su quel che ormai io sono
un’impalcatura di rose catafratta,
ma se i petali fossero le tue dita
a decine, a migliaia, sarei integro
e perfetto, ma non più di una stagione
perfetto come l’estate del bimbo che fui.

Precaria questa notte, è così che mi sento
precario il mondo, su cui stanotte mi addormento.

precaria questa notte – Versione audio:

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8 pensieri su “precaria questa notte

  1. Bella, come del resto le altre tue poesie che apprezzo molto. Sono tentata di leggervi una insoddisfazione per un rapporto che vorresti diverso, più morbido psichicamente, tanto da preferire l’angoscia al cemento. Perché l’angoscia è dolorosa ma è viva, duttile, cangiante, mentre il cemento è morto, duro, difficile da scalfire.
    Complimenti, carissimo. Verrebbe voglia, nel leggerti, di esaminare ed esprimere ciò che ogni verso contiene perché mi sembra che ogni parola abbia sempre un peso rilevante.

  2. Poeta, quella donna abbandonata, ma viva e reale, poggia su un simulacro d’uomo che attende le dita dell’amata che sono i petali che ridanno vita e felicità.
    Hai scelto un’immagine emozionante, Poeta, come il commento musicale di Patti Smith che ci urla: “prendimi adesso baby, qui come sono / stringimi forte, prova a capire / Il desiderio è forte, è il fuoco che respiro / L’amore è un banchetto sul quale ci sfamiamo…
    Se sgretolerai quei mattoni imprigionanti, quel cemento rappreso – e ne avrai la forza – resterai per sempre in quell’estate incantata, sarai Bimbo e Poeta.

    Un forte abbraccio Danilo, susciti emozioni profonde e bellissime. Grazie!

  3. Apprezzo particolarmente. Bellissimo e affascinante il dipinto col quale hai corredato lo scritto.

  4. Mi è molto piaciuta; è a me vicina. Quando c’è la dimestichezza con “la frase poetica”, questa si nota da quel tuo particolare “andare a capo”. E’ vero che il cemento soffoca, l’angoscia pure, che è nostra compagna di strada e diventa, se posso dire, amica. Spesso al poeta viene in mente il passato lontano, quando era bambino: è l’unico rifugio. Ma, come in un sogno, nella “precaria notte” della nostra vita, “i petali sarebbero”… ma sono e “decine” e “migliaia”.
    ciao: Giancarlo.

  5. Geniale, anzi genitale direi (senza offesa nelle parole, che sai come le uso). Bravo. Ciao. Tuo, con affetto, Toni Zimmer.

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