sii soffio nel vetro!
vacillo nel dirlo, a te
canora conca di lacrime
per troppo piegarsi alle stelle
ti sei fatta rigida, di pietra
ché il cielo, sai, può essere Medusa
e perciò ti rivorrei vento
a spazzarmi le nubi dal petto
incistite a dispetto del cuore
che amore sempre mi pompa
misto all’acido dai tuoi occhi colato
fino a che l’ingranaggio non salti.
Micidiale dispositivo di guai
l’incastro dei nostri percorsi
tracciati da un bimbo indispettito
che ha rotto il gioco, non l’ammette
però rivuole il gioco, lo stesso, intatto.
Sviati, smarriti, dopo la notte
ci ritroviamo in un intrico di spasmi
ad accogliere nelle umide fessure al risveglio
la luce di domanda di un’alba che stenta, indugia
per l’eterna perfezione che sta nel mentre.
Un solo verbo s’articola nei ridestati:
trattenersi, in risposta al dispendio obbligato
che la nostra venuta, ogni venuta, ha da pagare.
Ella avea diffuso in volto
Quel pallor cupo che adoro.
Le splendea l’alma ne li occhi
quale in chiare acque un tesoro.
[…]
[G. d’Annunzio, La Chimera (1886)]
Caro danilo, vedo che in questi tempi sei molto ispirato, e mi fa piacere: non c’è parto che dia più soddisfazione dello scrivere una bella poesia!
Quanto alla perfezione ti dico con Dante (che ha detto tutto quello che c’era da dire e nel modo migliore in cui lo si poteva dire):
come ‘l sol fa la rosa quando aperta
tanto divien quant’ell’ha di possanza,
cioè la perfezione dentro di noi è solo una potenzialità a cui dobbiamo tendere; sappiamo che non la raggiungeremo mai, ma dobbiamo anche sapere che il percorso che facciamo su una strada diversa è tempo perso. Potentia specificatur ab actu.
Ben detto Dante! Ben detto Franco!!
Benedetti entrambi.
Buona domenica, e ancora grazie
DB
Bellissima, profonda e sofferta, come sempre. Però non mi trovo d’accordo sul fatto che la perfezione stia nel mentre. Essa, secondo me è in un’idea estetica e morale che si traduce in una volontà ed una continua tensione verso la perfezione. Buona domenica, P.
caro Pantera,
molte grazie, ma il “mentre” di cui parlo ha esattamente a che fare con “una volontà ed una continua tensione verso la perfezione”. Qui ed ora. Nel “mentre” la si cerca, e ancor più quando non ci se n’accorge. Vivere e pensare a vivere spesso cozzano e stridono, procurando rumore assordante e paralizzante.
Buona domenica,
DB