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virginale pioggia notturna

La pioggia che ritma questa nostra notte
cancella il mondo peccato dopo peccato
e non resta sperare che la somma dei corpi
possa diventare la moltiplicazione del bene

quando il seme colmerà le rughe dell’odio
avremo pianure lisce come ventre vergine
e il parto del futuro attenderò a piedi nudi
ora che la terra promette i prati d’asfodeli.

Virginale pioggia notturna – Versione audio:

Virginal Night Rain

the rain that beats this night of ours
wipes the world out sin after sin
and we can only hope the sum of our bodies
becomes the multiplication of the good, one day

when the seeds will fill in the wrinkles of hatred
we’ll have plains as smooth as a virgin womb
and I’ll wait for the birth of the future on bare foot
now that the earth promises the daffodil meadows.

[Scrissi questa versione inglese per avere un parere dall’amico Peter Russell (1921-2003), l’ultimo dei grandi “classici moderni”. Alcuni vocaboli furono modificati e introdotti dietro suo suggerimento. Dedico questa poesia alla sua memoria, ricordando le pregnanti giornate trascorse tra caffè e campari in quel bar di Castelfranco di Sopra che chiamavamo “il nostro ufficio”. E adesso aggiungo alla dedica Prince, la cui intensa e struggente “Purple Rain” è perfetta colonna sonora di quel che allora scrissi. Goodbye to both ]

Edward Hopper, Morning Sun (1952)