in collisione i tuoi occhi con i miei
frantumano la luce in un’orgia
di schianti di stelle fiorite
sul tuo collo come fosse di cielo
e in effetti, a morderti,
hai la stessa consistenza dell’azzurro
e così mi chiedo se a baciarti
saprai farmi volare
di quei voli precari da saltimbanco
brevi, pittorici e a rischio
che le ossa già me le scricchioli
se continui a sorridermi così.
Troppo alto il rumore delle allusioni.
Mordere il cielo m’ha messo piume
che ora mi spennerai con malizia,
a palparti l’anima morbida ora fremo
io che di te costeggio sempre l’estremo,
e lascia accucciarmi a notti alterne
sotto le lattee lanterne del tuo sterno.
L’umana mina antiuomo – Versione audio: