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Paganesimo a stelle e strisce

di Antonio Carioti

Corriere della Sera.it – “il club de La Lettura”

Negli Stati Uniti la maggioranza della popolazione frequenta regolarmente una chiesa o un luogo di culto. E nei discorsi dei politici i riferimenti a Dio e alla Bibbia sono pane quotidiano. I presidenti americani, democratici o repubblicani che siano, ostentano la loro fede ed è escluso che un ateo dichiarato possa conquistare la Casa Bianca.
Dunque gli Usa sono la prova vivente che il costituzionalismo liberale e i diritti dell’uomo sgorgano dalla sorgente cristiana? Luciano Pellicani lo nega risolutamente, è convinto che a ispirare i padri fondatori degli Stati Uniti non fossero le sacre scritture. Tant’è vero che ha intitolato Le radici pagane della Costituzione americana (Ariele) l’antologia da lui curata con Nunziante Mastrolia, comprendente testi di John Adams, Thomas Jefferson, Benjamin Franklin, James Madison e Tom Payne.
Nel saggio introduttivo Pellicani ricorda che i primi coloni britannici giunti in America, in prevalenza protestanti puritani, non erano un esempio di tolleranza. Volevano al contrario instaurare un ordine teocratico, da cui la libertà di coscienza fosse bandita, e praticavano la caccia alle streghe. Ma erano divisi in diverse confessioni, senza un’autorità ecclesiastica centrale capace d’imporsi. E lo stesso risveglio della predicazione biblica che si manifestò nella prima metà del XVIII secolo, moltiplicando le Chiese, determinò «la formazione di un ampio e articolato “mercato delle fedi”, che favorì una religiosità legata alla libera scelta».
Si giunse così alla Dichiarazione d’indipendenza del 1776 in una situazione di estremo pluralismo, che rese possibile, anzi necessario, forgiare, come garanzia della pacifica convivenza, un ordinamento fondato sulla piena libertà di culto e proselitismo, sancita da «un muro di separazione tra la Chiesa e lo Stato» (parole di Jefferson). Ma ciò avvenne, secondo Pellicani, perché la «religione naturale» dei padri fondatori, non era altro che «la filosofia neopagana dei Lumi, centrata sul primato della ragione».
Il richiamo al paganesimo necessita di essere chiarito, perché non rimanda ovviamente alle divinità dell’Olimpo né tanto meno alla sacralizzazione del potere, compresa la persona dell’imperatore, tipica della romanità. Il punto che interessa a Pellicani è semmai il recupero degli ideali repubblicani ciceroniani e del pensiero greco classico, che non implica però necessariamente il ripudio del Vangelo, ma lo sforzo, evidente in Jefferson, di sfrondare l’insegnamento di Gesù dalle sovrastrutture mitiche e dogmatiche, per interpretarlo in senso conforme ai dettami della ragione.
Senza dubbio interessante è a tal proposito la replica a Pellicani scritta per la rivista americana «Telos» dal cattolico Adrian Pabst, studioso della britannica University of Kent. A suo avviso è sbagliato contrapporre puritani e padri fondatori, poiché nella Riforma protestante in quanto tale c’erano già i semi della secolarizzazione che avrebbe prodotto una «religione civile» postcristiana, in sostanza l’ideologia messianica dell’eccezionalismo americano, alla quale Pabst preferisce la prospettiva, molto cara a Benedetto XVI, di una feconda osmosi tra fede e ragione, lungo la scia dell’antico incontro tra predicazione evangelica e filosofia ellenistica.
È palese tuttavia che, per prendere davvero sul serio questa ipotesi, la Chiesa dovrebbe porsi proprio sul terreno indicato da Jefferson, accettando di ridiscutere la sua dottrina, a partire dalla stessa divinizzazione di Gesù. Potrebbe in tal modo conciliarsi con l’illuminismo, ma al prezzo inaccettabile di gettare al macero la sua storia. Meglio allora per tutti attenersi nella sfera istituzionale al minimo denominatore di una generica religione civile, senza sacerdoti e senza dogmi, per coltivare liberamente le rispettive credenze tradizionali in ambito sociale. Cristiani o pagani che fossero, i padri fondatori avevano la vista lunga.

Nunziante Mastrolia, Luciano Pellicani (a cura di), Le radici pagane della Costituzione americana, Ariele 2013, pagine 140, € 14
Adrian Pabst, Athens, Jerusalem, and Rome: A Reply to Luciano Pellicani, in «Telos», n. 162, primavera 2013, pp. 164-176

(ppubblicato su: http://lettura.corriere.it/paganesimo-a-stelle-e-strisce/)