Lenta mi cresce in grembo
una nostalgia che ha forma di mare
la stessa ondulata malìa
dei tuoi capelli fulminati dal sole
la stessa liquida anomalìa
dei tuoi occhi allagati dal vento
quello che porta le piogge di settembre
e ci lascia fradici di ricordi sbreccati
troppo acuminati per due cuori svernati
proprio dentro al vaso di Pandora.
Che sciocchi!
E così la primavera fu un’esplosione di rimpianti
e i sogni non sbocciarono, si lacerarono
poco prima di giungere a maturazione.
Mi mancano quei due centimetri di polmone
per respirare salsedine e dolore
grato come un laico fachiro mediterraneo
grato di averla dentro come risacca
ché il suo sorriso mi scampanella a festa
grato di esserci, di esser qui
indomita puntina di stagno che ferma
i fogli della vita, ogni giorno uno nuovo.
La puntina di stagno – Versione audio: