è come se dallo squarcio di una casa diruta
sbucasse un bambino dai grandi occhi cerchiati
e nella mano che porge tu trovassi un buco,
voragine di senso in cui cade, perduta, la fede
in un martirio che è danza sui vetri e non volo.
Avessi più amore per la sabbia che tiene te
e il passo di bimba cresciuta di sogno in sogno,
se l’avessi tu ed io berremmo mare come cicuta.
mangio di sabbia, berrei di mare – Versione audio:
“A causa della sua monotonia e sconfinatezza, con nient’altro se non la cornice come sfondo, uno sente come se le proprie palpebre fossero state tagliate via”
(Heinrich von Kleist)