Il tuo volto pare un dipinto
come di artista rapito dall’estasi
e per me resta solo il tormento
di non averti trafugato di notte
nell’apertura straordinaria del tuo cuore
per un pernottamento in punta di piedi
attento agli spigoli dei tuoi falsi abbracci.
Un’entrata secondaria, un movimento
fosse mio, o tuo, comunque più opportuno
avrebbe ruotato l’ingranaggio del nostro incontro
ben oliato fino alla prossima chiusura invernale
ma le manovre d’autunno furono una Waterloo
precoce come il corso della storia di noi due
che precipitò e di morti e feriti s’inondò.
Intravedo ora l’ossatura che mi sbuca dagli occhi
e mi pronostico un crepacuore per troppi rintocchi
ma la diagnosi è come sempre sbagliata
volutamente, è solo la gomitata
della mia prima ed ultima traversata
in quello specchio nero d’acqua
che bevvi nel naufragio di noi a Pasqua.
Adesso lo confesso: speravo tu potessi prosciugarmi
e invece sono qui che trasudo amore da tutti i pori.
Esposizione d’amore temporaneo – Versione audio:
[da Cicatrici e altre incarnazioni, WIP Edizioni, Bari 2015, p. 81]