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Leo Strauss tra cristianesimo e liberalismo

recensione apparsa su “L’Indice dei Libri del Mese”, in «L’Indice», XXVIII, n. 4, aprile 2011,
p. 45

RAIMONDO CUBEDDU, TRA LE RIGHE. LEO STRAUSS SU CRISTIANESIMO E LIBERALISMO, pp. 181, € 20, Costantino Marco Editore, Lungro di Cosenza 2010

Chi leggerà questo testo scoprirà un aureo libretto, un esempio di corpo a corpo filosofico con un pensatore arduo da decifrare, perché talora Strauss, sulle questioni più spinose, fa come l’oracolo di Delfi e così non dice ma accenna. Negli interstizi della pagina straussiana Cubeddu ci restituisce un filosofo che è di gran lunga più interessante della caricatura che neoconservatori statunitensi e loro detrattori hanno divulgato negli ultimi anni.
La riflessione di Strauss parte da un paradosso: se è vero che la civiltà occidentale ha due radici, la Bibbia e la filosofia greca, è altrettanto vero che le due vie di conoscenza e condotta esistenziale non sono assolutamente armonizzabili. La sintesi fu tentata, specie nell’età medioevale, dal cristianesimo e dalla imponente opera sistematica di Tommaso d’Aquino. Ma qui emerge la cifra nascosta del pensiero straussiano, sospettabile di ateismo da parte di molti esegeti, non solo cattolici. Al pari di tanti altri intellettuali ebrei novecenteschi, la Shoah segnò la vita familiare di Strauss e ne condizionò la ricerca di una via di fuga da una modernità sfociata nella tirannide e nel genocidio.
Come era stato possibile che la cultura politica europea, dominata e denominata dal liberalismo, non avesse saputo cogliere per tempo e frenare la deriva totalitaria? Strauss è contro la modernità perché è contro il liberalismo, oppure perché è contro il cristianesimo?
Interrogativi possenti a cui Cubeddu aggiunge mille domande circostanziate con cui assedia i testi straussiani, spesso quelli meno noti e non ancora tradotti in italiano. L’interrogatorio a Strauss garantisce al lettore attento di impostare fecondi percorsi di ricerca sulla storia della civiltà occidentale, e anzitutto sfatare l’idea oggi in voga che cristianesimo e liberalismo si implichino a vicenda e che senza il primo il secondo non sarebbe mai sorto. Una volta letto Strauss, parrebbe semmai valida la tesi di un liberalismo intimamente ateo.