la lama della sera
che porgi sul cuscino
a me inclinato al ricordo
letale per chi ha infanzie oscure
divelta tra l’incudine e il martello
la flebile speranza ripongo
nel costato di un uomo deciso
che ha scritto nel cielo
parole di pietra a condanna futura
così ogni passo avanti arretro,
com’è nel mio segno che obliquo
mi vuole e reclama troppa vita
per il tempo che mi resta.
E nella città oltremodo surriscaldata divampò l’incendio più raggelante…