ancora nei paraggi di un addio tu sei
ancora, prenotato allo stato di abbandono
quando il tutto è parola e non più abbraccio
analfabeta di cuore la chiamasti di notte
tra il rumore sordo di un’estasi infeconda,
dolcemente intenzionata ma dal residuo amaro,
lei che candida si fece e diafana come di vetro
e come di vetro fragile e, se infranto, sai che taglia
così ora mi rinchiudo nella casa dei disastri
e questa adotto come patria e scuola del mio cuore
che, dopo ferite di vetro, balbetta quasi fosse il suo.
ancora nei paraggi – Versione audio: