Annodàti, sciolti, riallacciati
siamo gli estremi della solita fune
con cui ci dondoliamo le risposte
dopo esserci impiccati alle domande
nei primi vagiti di un mattino storto
piegato dal tempo come quell’uomo
che vedo ogni sera indugiare nel saluto
di lei che rincasa come vela nel porto.
La stessa noncuranza, la stessa fierezza
inconsapevole, che ammala ogni orfano
ogni uomo il cui destino fa cilecca,
e non sai mai a chi dar la colpa
se a lui o a lei, a chi non compie
non chiude il cerchio che circola vita
che rinchiude vita, che è morte ed altro.
Quella fune che ci lascia a vista
quella fune che ci accompagna e striscia
è d’inciampo, è d’incanto, per chi osserva
i vagabondi legati: spettacolo da tre soldi.
Mettiamo in scena una storia più grande di due:
siamo simbolo, siamo capro espiatorio
avvertimento che minaccia il divertimento:
anche a voi la scelta, fra cappio o dondolo.
La scena corale – Versione audio: