rostro è il tuo volto
per quel cielo che sempre sfugge
solo di notte è più lento, più pesante
così tenti l’inganno delle stelle
ma è l’alfiere che dà scacco alla regina
in quel pelago è di guardia,
infatti, un fante di specchi
che t’incastra nella remota immagine
di bimba scalzata dalle corse nei prati
quando i fiori erano scettri
da brandire, polvere da soffiare
per liberare nel vento il tuo nome
e la tua gioia e quel ricordo
che ancora non avevi ma sapevi
quanta vita sia scritta tra le rughe
di una madre, tenuta per mano.
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