Alban Berg, Concerto per violino e orchestra (1935)
“à la mémoire d’un ange”
Splendente è difficile sia
un volto ad occhi chiusi,
tu eri luce anche nel sonno
tanto linee e curve
s’intrecciavano a meraviglia
attorno ai tuoi capelli
selva mossa e fulva
ricordo ancora quando
la diagonale delle tue falcate
tranciava di netto le fitte trame
d’incauti tessitori delle loro brame
ogni volta destinati a fallire
perché non sapevano
che sempre e solo senza rete
ti davi a chi ti si offriva
in volo radente alla vita
rischiando lo schianto
tra cuore e ragione
ma non meritavi altro
che audaci assaltatori di stelle
seppur come ciascuno
saldati con un piede a terra
angeli tramutati in aquiloni
in nostalgia perenne d’ali
la tua leggerezza
non poté che conquistarli
ma per un filo o l’altro troppo teso
ben presto rovinaste nella melma
d’invidie raspe e nane
da cui ora, chino, raccolgo
la geometria delle tue bellezze inerti
senza più un teorema
che possa risollevarle
a quell’architrave di luce
che fu il tuo grembo
con me ospite in preghiera
fin dal giorno che c’incontrammo
e per questo grato a te, ora e sempre,
ti bacio un addio sulla fronte.
Riposino i nostri ricordi in pace.
E così sia.
Preghiera per amori morituri – Versione audio: