Astratta lingua ti lasciai a notte fonda,
ma ora che puoi, riposa sopra un velo
prossimo a strapparsi, è vero,
se solo lasci cadere la parola proibita
che taglia con le lettere dell’addio
quel che la sera c’ingannò fosse unione
ti amo, lo ripeto in folle litania
fugando le nebbie intossico il sole
nell’oscura notte che segue s’avvia,
come germoglio, un giorno insperato
per due spettri neonati trafitti dalle ali
è l’ora del volo, se vuoi, disincarnato.
Il tuo nome – Versione audio: